Lo Stato dell’arte

04.04.2013 01:09

“Quando hai fame cosa fai, mangi un quadro?”

partendo da questa illuminante perla di saggezza si può ricostruire con ottimistica precisione la cronistoria di un decadimento culturale, e quindi morale, e quindi civile, e quindi economico, e quindi…E notizia di questi giorni il rogo che ha devastato la “Città della Scienza” in quel di Napoli. Uno dei pochi baluardi a difesa della “normalità” in un sud martoriato dalla sindrome del sopruso. Un cancro che mina le fondamenta del pensiero, identificando nell’antistato l’unica possibilità di realizzazione personale. Il problema, obiettivamente assai complesso, salda le sue radici nella storia del meridione d’Italia: una storia di saccheggi, soprusi ed illusioni ad opera di una classe dirigente che ha sempre spremuto il cittadino-suddito fino all’ultima goccia senza restituire adeguate contropartite.Fino a quando la fiamma del risentimento anti-statalista ardera nelle coscienze di noi cittadini, sarà gioco-forza impossibile sovvertire una andamento che ci sta conducendo all’autodistruzione. Il tanto agognato cambiamento comincia da noi stessi, dai comportamenti che assumiamo tutti i giorni, quando siamo nel traffico, quando differenziamo la spazzatura, quando facciamo le file…Continuando a vivere nella speranza che arrivino i marziani in nostro soccorso e contemporaneamente adottare intimi comportamenti che pubblicamente stigmatizziamo, è un esercizio oltre che stucchevole anche deleterio, dai risultati evidentemente chiari: basta guardarsi attorno per comprenderne le ragioni.Il vero cambiamento deve prendere corpo in noi stessi, nel nostro approccio verso il prossimo, verso il bene comune, verso le istituzioni, verso la politica (non i politici) percorrendo la circonferenza di un cerchio che torna, chiudendosi, al punto di partenza.La rivoluzione culturale è l’unico scoglio al quale aggrapparci per evitare, dopo il naufragio, di affogare. La nostra generazione non sembra in grado di dimostrare una matura e corretta posizione in tal senso ma abbiamo tuttavia la possibilità di riparare insegnando comportamenti virtuosi ai nostri figli. Sempre che non siano loro ad insegnarli a noi…

 

 

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