In Abruzzo

04.04.2013 15:12

 

C'è un posto, in un angolo remoto dell'entroterra abruzzese dove la vita è cadenzata dal ritmo regolare della natura. Un paese circondato da monti e valli come in una favola. Un luogo  immerso nelle sabbie mobili dell'oblio che sgretola pezzi di memoria, erosi lentamente dal fluire regolare del tempo e dalle ineludibili sirene della "civiltà" cittadina. Questo piccolo borgo paga profumatamente il prezzo del suo isolamento geografico con il progressivo spopolamento e conseguente calo demografico. Un isolamento che ha  tuttavia contribuito in modo determinante alla conservazione dell'integrità identitaria in una comunità incontaminata da esotismi e  tendenze globalizzanti.

 
 
 
 
 
 
 
 
Genti semplici e fiere, come tradizione abbruzzese vuole, legate morbosamente ed indissolubilmente al proprio territorio, custodi gelosi di usi e costumi. L'orgoglio tipico degli insediamenti montani, dove l'esistenza del quotidiano è messa a dura prova da difficoltà ed ostacoli propri dell'appennino abbruzzese,  ha condotto S.Benedetto in Perillis verso un ineluttabile cinico destino di marginalità.
 
Percorrendo i vicoli del centro si respira il profumo delle stagioni sospesi in uno spazio dove il tempo è una variabile con parametri diversi dal resto del mondo. Qui la noia trasla nella quiete. Una tranquillità che accompagna senza affanni e senza fretta  i rari e preziosi superstiti di un borgo come tanti, testimoni del tempo che fu, in un Abruzzo che sta mutando pelle e faccia nella speranza di sopravvivere...
 
S.72

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