Non sappiamo più guardare

10.04.2013 12:09

 

Giorni fa sono andato al luna park con mio figlio. Per quelli della mia generazione questa sorta di paese dei balocchi ambulante ha rappresentato momenti di autentica allegria e di smisurata euforia: la sua presenza confermava e leggittimava la festa di turno. Oggi questi carrozzoni itineranti sono sempre meno attesi ed attorno a loro non aleggia più quell'atmosfera di magia che li caratterizzava.

La società nel frattempo è mutata a velocità esponenziale raggiungendo traguardi importantissimi non senza contraddizioni e sopratutto con fenomeni collatelari estremamente dolorosi. Oggi la crisi economico/finanziaria occupa le prime pagine costantemente, interrotta nel suo protagonismo dalla ancora più grave crisi politica ed entrambe danno la fotografia di questa società logora nelle sue viscere. Siamo incazzati, siamo delusi, siamo stressati siamo sempre con lo sguardo rivolto verso la clessidra del tempo che detta i nostri ritmi proiettandoli in modelli di vita sempre più distanti dal nostro intimo sentire. Una deriva collettiva alla quale siamo incapaci di reagire poichè non la percepiamo come  elemento tossico ed autodistruttivo bensi come apparente spinta verso il benessere. Ci stiamo adattando ad una idea di società  che è in antitesi con le prerogative che l'hanno edificata: un sistema di regole e comportamenti da cucire addosso a l'uomo e non viceversa. 

La magia che da fanciulli ci ipnotizzava facendoci sentire al centro del migliore dei mondi immaginabili non era, parafrasando Proust, nel Luna Park ma nei nostri occhi innocenti. Oggi siamo adulti e non sappiamo più guardare alla semplicità, abbiamo bisogno di stimoli diversi e nel perseguirli calpestiamo noi stessi.

Non sappiamo più guardare

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