"Il Chicago Sun-Times ha licenziato tutti i suoi fotografi"

02.06.2013 12:23

 

 

Il Chicago Sun-Times ha licenziato tutti i suoi fotografi

Il Post titola in questo modo una notizia che ha il sapore della conferma. Conferma di quanto era già nell'aria da diverso tempo ormai, ovvero una emorragia in seno al mondo dei media che sta rivoluzionando tutto il sistema. Avevo accennato al sempre più frequente ricorso di numerose testate al  giornalismo partecipativo  con il risultato inevitabile di un decadimento qualitativo a supporto dell'informazione. Ora questa notizia apre ad uno scenario completamente diverso rispetto ai consolidati (...ma poi non troppo!!) schemi che hanno regolato il mondo dell'informazione sino ad oggi. I fotografi vengono licenziati in tronco ed il loro posto asseggnato ai giornalisti autori degli articoli. 

Prima considerazione: la Fotografia viene relegata (o quantomeno considerata) ai margini del sistema informativo. Il video assume un ruolo sempre più importante delineando la traslazione dal supporto cartaceo a quello digitale: una certificazione del peso specifico di rilievo raggiunto dalla multimedialità.

Seconda considerazione: la crisi del settore giornalistico è indipendente da quella globale ed ha cause differenti da quelle meramente finanziare. Se anche un paese come gli USA, tradizionalmente impegnato nella promozione dell'eccellenza, inizia a allentare il cordone della borsa, vuol dire che le risposte dell'utenza non sono più le stesse. L'informazione nell'era di internet ha preso strade diverse e difficilmente controllabili, guadagnando certamente in libertà ma non sempre in qualità. Il fenomeno è troppo complesso per poterlo condensare in poche righe ma il concetto risulta essere abbastanza chiaro: oggi la rete è la via maestra per traghettare l'informazione in un nuovo sistema di diffusione, più capillare, aggiornato in tempo reale, senza barriere geografiche, multimediale e partecipativo; l'esatto opposto della carta stampata.

La fotografia è la prima vittima illustre di questo cambiamento epocale, un paradosso se consideriamo l'evoluzione tecnica di cui ha beneficiato proprio grazie alle nuove tecnologie associate alla facilità di condivisione. Il video esporoprierà i naturali terreni d'elezione del medium fotografico in seno all'editoria dell'informazione, è un processo ineluttabile ed inarrestabile modulato sulla lughezza d'onda di un dinamismo esponenziale i cui attori a volte vestono anche il doppio ruolo di informati ed informatori. 

Partendo dal presupposto che qualsiasi sistema chiuso prima o poi si avvita inevitabilmente su se stesso annegando nel mare dell'autoreferenzialità, credo che in determinate situazioni (concetto espresso anche in altri post) la solidità del professionista sia l'unica in grado di restituire risultati all'altezza del fenomeno da gestire mediaticamente; non ci si improvvisa giornalisti ne tantomeno ci si improvvisa fotografi.

La scelta del Chicago Sun è molto pericolosa perchè è la rappresentazione di una stampa che deleggittimando il ruolo del fotografo finisce per delegittimare anche se stessa.

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